Una vera fibra di amianto incapsulata in un pendente. Un oggetto non collocabile, a metà fra feticcio e articolo di consumo, vuole riflettere sugli innumerevoli livelli di significato sui quali si è costruito il concetto di “natura”. Mitizzata, esotizzata, oggettificata, la sua complessa narrazione ha reso possibile stabilire gerarchie, privilegi e conseguenti dinamiche di appropriazione.
Qui l’amianto evoca tutte le principali estrazioni umane: carbone, zolfo, oro, uranio, petrolio, cobalto e litio. L’attività mineraria, pur esistendo sin dalle origini dell’umanità, è oggi quasi esclusivamente funzionale al capitale e alle sue dinamiche e strategie di mantenimento – come la guerra. Risignificando l’amianto rispetto alla sua funzione originaria, possiamo ora vederlo come mercificazione della materia vivente che continua a ribellarsi a sistematici tentativi di subordinazione, alludendo al corpo della donna come altro terreno dello stesso combattimento.
[ENG]
An actual asbestos fiber encapsulated in a jewel. An object, halfway between a fetish and a consumer item, that opens the innumerable levels of meaning on which the concept of “nature” has been built. Mythicized and objectified, its complex narrative has made it possible to establish hierarchies, privileges and consequent appropriation dynamics. Here asbestos evokes all the main human extractions: coal, sulfur, gold, uranium, petroleum, cobalt and lithium. Although mining has existed since the origins of humanity, today it is almost exclusively functional to the capital and its dynamics and maintenance strategies – such as war. By a displacement, we can now see asbestos as the symbol of a commodification of living matter that continues to rebel against systematic attempts at subordination, alluding to the woman’s body as another territory of the very same battle.
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