Silvia Bigi L’albero del latte

L’albero del latte

Ho immaginato, inscenato e documentato una possibile trasmissione segreta: un’insieme di leggi ricamate a mano, bianco su bianco, in dialetto, custodite e tramandate di generazione in generazione. Si tratta di un tentativo di penetrare nel tessuto del tempo, al fine di innestare una possibilità in risposta a consuetudini millenarie e ideologie che troppo a lungo si sono presentate come fatti naturali e empirici. L’idea nasce dalla lettura del Kanun di Leke Dukagjini, il canone balcanico di leggi, ove sono descritti rapporti di parentela, doveri coniugali, coercizioni sociali e vincoli di sangue che relegano la donna ad un ruolo di evidente marginalità e subordinazione. Il mio nuovo codice si fonda sulla distinzione ‘lacaniana’ tra realtà e reale, ove il reale rappresenta un vuoto, un interstizio che la realtà tenta costantemente di reprimere. Il reale dunque come non rappresentabile, come ciò che può essere intravisto tra le pieghe e le contraddizioni della realtà.  Nell’urgenza di rispondere criticamente al Canone, ho dato quindi origine ad una sorta di anti-memoria, una falsa memoria retrospettiva. Il nuovo codice è composto da tredici leggi, scritte da donna a donna nel proprio dialetto, al fine di preservare inviolato un sapere prerazionale e occulto attraverso le azioni del ricamo, della trasmissione e del dono. La sua lettura, i suoni aspri, sanguigni e indecifrabili, si trasformano in ripetizione sovversiva, una sorta di mantra teso a far interiorizzare in chi l’ascolta la possibilità di una deviazione storica. Il codice si fonda sull’oblio come statuto stesso della sua esistenza, nel tentativo di leggere la Storia come costruzione culturalmente determinata, piuttosto che come verità ricostruita. Attraverso l’azione artistica, il ricamo e la sua documentazione  si insinuano nella memoria collettiva.

https://soundcloud.com/silvia-bigi/il-codice-dalla-serie-lalbero-del-latte (Recitato da Laura Turci)

[ENG]  I imagined, staged and documented a possible secret transmission: a hand embroidered code of laws, white on white, written in dialect, kept and handed down from generation to generation. An attempt to penetrate time, in order to give origin to an alterative option, in response to customs and ideologies for too long considered natural and empirical facts. The idea comes from the reading of Leke Dukagjini’s Kanun, the Balkan code of law, which describes kinship relationships, marital duties, social coercions and blood ties that relegate the woman to a role of evident marginality and subordination. My new code is based on the lacanian distinction between real and reality, where real represents a void, an interstice that reality is constantly trying to repress. The real as the unrepresentable, as what can be seen between the contradictions of the reality.

In the urgent need to respond critically to the Kanun, I gave shape to a sort of anti-memory, a false retrospective memory. The new code is made of thirteen laws, written from woman to woman in their own dialect, in order to preserve inviolate a prerational and occult knowledge through the actions of embroidery, transmission and gifting. The reading, the harsh, primitive and indecipherable sounds, turn into a subversive repetition, a sort of mantra aimed at making who listens aware of the possibility of an historical deviation. The code is based on oblivion as the very statute of its own existence, in the believe that history is more a culturally determined construction, rather than a reconstructed truth. Through the artistic action, the embroidery and its documentation become collective memory. 

https://soundcloud.com/silvia-bigi/il-codice-dalla-serie-lalbero-del-latte (Read by the poetess Laura Turci)